Gastronomia Siciliana: quando la degustazione diventa un libro di storia.
Visitare la Sicilia vuol dire soprattutto andare alla ricerca di sapori unici, perlustrare un territorio che ha fatto della gastronomia il quarto elemento della dimensione sicula, quasi un libro di storia che racconta il passato e il presente di una terra unica e baciata da Dio.
La gastronomia siciliana ha certamente risentito dell’influsso di tutte le dominazioni che ne hanno calcato il suolo.
In Sicilia si mescolano tradizioni antiche, riti ancestrali, sapori esotici e aromi orientali misti ai tipici effluvi mediterranei.
Tralasciando le originarie dominazioni Greca e poi Romana, negli anni sul territorio si sono succeduti insediamenti Arabi, Normanni, poi gli Angioini e infine gli Spagnoli: i Borboni.
Ognuna di queste civiltà ha contribuito a forgiare l’isola con le proprie tradizioni, le proprie leggi, le proprie culture e oggi in Sicilia si respira un’aria unica perché figlia dei tanti predomini.
Essendo un’isola è finanche troppo ovvio che la pesca sia una delle attività dominanti, mentre la pastorizia è stata importata dagli arabi, le culture Normanne e Borboniche hanno contribuito a mitigare tali derive con tocchi signorili e tanto folklore.
L’uso di spezie orientali, l’utilizzo in gastronomia di formaggi e derivati del latte, piatti a base di pesce, frutti di mare e ortaggi, sono figlie un po’ di ciascun popolo che nel passato si è insediato in questa regione.
Ma le varie specialità culinarie della gastronomia siciliana sono anche figlie delle esigenze, impreziosite dalla fragranza dei prodotti e dalla sapienza di secoli di preparazione e del conseguente perfezionamento.
In Sicilia il pesce è abbondante e di ottima qualità, così come i frutti di mare ed è normale che la tradizione culinaria ne proponga a iosa, tra preparazioni semplici e portate un po’ più fantasiose.
La posizione geografica, il clima, la terra fertile (specialmente a Est) e il sole che su questa lingua di terra splende per buona parte dell’anno, consentono ai frutti della terra di crescere meglio che in altri posti. Ortaggi, frutta e verdure Made in Siciliy sono tra i più pregiati al mondo.
Pomodori di Pachino, melanzane siciliane (una specie a sè), arance (40 specie tra cui i famosi Tarocchi), zucchine, legumi, sono tutti prodotti superiori che ovviamente condizionano positivamente il gusto di ogni portata.
Potremmo spendere fiumi di parole sui vitigni e sugli olivi per indicare un’altro patrimonio gastronomico della Sicilia, i vini e l’olio extravergine di oliva, ma è la qualità del grano che probabilmente gioca il ruolo principe nel panorama gastronomico.
Nonostante le esigenze del mercato libero, quando sugli scaffali dei supermercati si trovano farine ottenute da grani geneticamente modificati per una gestione economica ma di pessima qualità, in Sicilia ancora si coltivano grani antichi.
Semi della qualità Timilia, Russello, Senatore Cappelli e Maiorca, ancora macinati con molini a pietra, le cui farine vengono estratte a freddo senza intaccarne il germe, sono alla base dei sapori unici conferiti agli sfornati e alla pasta prodotta in Sicilia.
L’abilità nella selezione degli ovini, nella pastorizia in genere e nella produzione dei derivati del latte è un’arte importata dagli Arabi e gelosamente custodita nei secoli. Le ricottine siciliane sono tra le più raffinate e delicate, un prodotto unico alla base anche della pasticceria locale.
La cassata introdotta tra i prodotti agroalimentari tradizionali italiani dal Mipaaf, più di altri dolci o portate racconta la storia multiculturale della Sicilia.
Questa nasce a Palermo durante la dominazione araba i quali introdussero la canna da zucchero, il limone, il cedro, il mandarino e le mandorle. Era diversa da come la conosciamo ma già qualcosa di unico. Successivamente i Normanni crearono la pasta reale (Martorana) che andò a sostituire la farina di mandorle con la quale era stata prodotta fino ad allora la cassata.
Durante la dominazione spagnola questa si arricchì con il pan di Spagna e con il cioccolato, ma fù solo nel periodo Barocco che vennero aggiunti i canditi.
Sempre dagli Arabi furono introdotti uvette, pinoli, agrumi e cous cous, quest’ultimo molto utilizzato soprattutto nel catanese.
Citando la parmigiana di melanzane a molti viene da associarla ad un piatto parmense, in realtà è un’ulteriore gioiello gastronomico siculo che trae il suo nome dal termine parmiciana, una storpiatura dialettale che indica le listelle delle persiane e che somigliano appunto alle melanzane tagliate a fette.
Le prime tracce di pasta secca sono state rinvenute in Sicilia e molti archeologi sostengono che questa proprio qui sia nata, a sostegno della paternità già reclamata da molti siciliani.
Del resto è a Siracusa, capitale del mondo culinario della Magna Grecia che nel V secolo nacque la prima scuola di cucina, della quale si conserva lo scritto del relativo ricettario.
La gastronomia siciliana tutto sommato è composta da piatti semplici ma nello stesso tempo sobri e raffinati. Anche se apparentemente alcuni prodotti culinari possono sembrare forzatamente bizzarri come l’accostamento del cioccolato alle melanzane, facendoli somigliare a prodotti partoriti dalla moderna cucina gourmet, questi sono frutto di centinaia di anni di elaborazione ed aggiustamenti.
Le portate gastronomiche siciliane sono state vagliate ed apprezzate da Re e Imperatori, con relative corti già avvezze alle degustazioni delle migliori cucine; è di per sè una garanzia e scoprirla è un’esperienza unica e imperdibile.